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GDPR e privacy: cosa ne pensano le aziende?

“Investire in Privacy migliora la performance di qualsiasi business”

Da Microteam | 13 Gennaio 2023

Questo è il primo di una serie di brevi post, rivolti a imprenditori, professionisti e commercianti che desiderano saperne di più riguardo al trattamento dei dati personali nell’ambito della loro attività. Abbiamo volutamente scelto un approccio conciso, cercando di evitare l’uso di terminologie tecniche: per i dettagli potete fare riferimento ai link dei documenti citati.

In questo articolo analizziamo alcuni recenti studi focalizzati su “come il trattamento dei dati personali influisce sui processi di acquisto”: oltre 5000 professionisti privacy aziendali di 27 Paesi hanno fornito il loro apporto nella realizzazione del “Data Privacy Benchmark Study 2022” svolto da Cisco e sono concordi nel ritenere che “Investire in Privacy porta significativi benefici ad ogni business”.

Pur trattandosi in gran parte di figure specifiche all’interno di aziende strutturate, i loro interventi delineano un trend interessante anche per le aziende di piccole dimensioni, i professionisti e i commercianti. 

 

La Privacy, una componente critica della fiducia dei clienti

La gestione della Privacy è un asset essenziale per le aziende di tutto il mondo. Non si tratta certo di una novità: a livello globale, oltre i due terzi delle nazioni (128 su 194) hanno promulgato leggi sulla privacy.

Giunto alla quinta edizione, lo studio conferma le significative rilevazioni degli anni precedenti per quanto riguarda l’importanza della protezione dei dati.

“Il 90% dei consumatori non acquisterebbe da un’azienda che non fornisce adeguate garanzie sulla privacy”

È quanto emerge dal “Global survey” di Cisco: il 90% degli interpellati dichiara di non voler acquistare da un’azienda che non sa protegge in modo adeguato i suoi dati. 

Per il 91% di essi le certificazioni esterne sulla privacy hanno un ruolo importante nel processo di acquisto.

A livello globale, l’83% delle aziende intervistate, nonostante la conformità alle leggi comporti sforzi e costi, spesso non indifferenti, riconosce come positivo l’impatto delle leggi sulla privacy, il 14% lo ritiene neutrale mentre solo un 3% del campione ha un giudizio negativo (percentuale inferiore al 7% registrato l’anno scorso).

In Italia i dati si discostano un po’ rispetto alla media globale, ma è comunque significativo che più di 2 aziende su 3 abbiano riscontri positivi mentre meno di un’azienda su 20 giudichi negativamente l’impatto della privacy sul proprio business.

“L’impatto della privacy è un fattore di crescita per il 69% delle aziende italiane”

In alcuni dei Paesi partecipanti al sondaggio, la percentuale delle aziende che ritengono la Privacy un elemento positivo per il proprio business è la quasi totalità (90%), ma anche laddove non viene rilevato un simile risultato, la percentuale non scende sotto il 69%.

 

Perché investire in Privacy porta vantaggi all’azienda?

Man mano che la Privacy acquisisce priorità nei processi organizzativi, gli investimenti aziendali per la tutela dei dati personali aumentano costantemente. Il budget medio ha subito infatti un incremento del 13% rispetto all’anno precedente.

È significativo notare come ad ogni investimento corrisponda un valore aziendale altrettanto importante.

A dimostrazione di questo concetto, i partecipanti hanno rilevato i maggiori benefici nelle seguenti aree:

  1. Fidelizzazione e fiducia
  2. Attrattività dell’azienda.
  3. Efficienza operativa;
  4. Miglioramento dei processi e innovazione;
  5. Mitigazione delle perdite per violazioni dei dati;
  6. Riduzione dei ritardi nei processi di vendita.

“Investire in privacy migliora del 71% la fidelizzazione del cliente”

Oltre il 60% dei professionisti ha indicato per ciascuna di queste aree di ottenere benefici significativi o molto significativi.

Agli intervistati è stato anche chiesto di stimare il valore finanziario dei vantaggi che hanno ottenuto dai loro investimenti in privacy, ed è interessante notare come siano state le aziende più piccole a registrare i benefici maggiori rispetto all’anno scorso.

“Le aziende più piccole hanno gli incrementi più significativi nei benefici privacy”

 

Utilizzo etico dei dati e processi decisionali automatizzati: gli interessati vogliono saperne di più

Il 92% dei professionisti intervistati riconosce che la propria organizzazione ha la responsabilità di utilizzare i dati in modo etico. L’87% ritiene inoltre di essere in grado di garantire che i processi decisionali automatizzati avvengano nel rispetto delle aspettative dei clienti.

La percezione dei consumatori è però assai differente, come evidenziato da un altro studio di Cisco “Consumer Privacy Survey 2022” (di cui parliamo dettagliatamente in uno specifico articolo).

“Il 79% dei consumatori ha dubbi riguardo a come le aziende utilizzano i suoi dati”

Quasi la metà dei consumatori, il 46% per l’esattezza, ritiene che i propri dati non siano adeguatamente protetti. La maggior fonte di preoccupazione deriva dal fatto di non sapere esattamente come le aziende utilizzano i loro dati. 

Un’alta percentuale di interessati mostra preoccupazione anche verso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dei processi decisionali automatizzati, specialmente in alcuni specifici ambiti.

È evidente quindi che le aziende debbano fare di più in fatto di trasparenza, per far capire ai propri clienti e potenziali tali, in che modo la sicurezza dei loro dati è garantita e le modalità in cui i loro dati vengono trattati.

“Le aziende devono comunicare con più chiarezza come trattano i dati dei consumatori”

 

Localizzazione dei dati: come influisce sulle aziende il problema del trasferimento dei dati?

Per il 92% delle aziende la localizzazione dei dati (ovvero dotarsi di servizi e infrastrutture per evitare che i dati personali vengano trasferiti all’estero) è un problema che influisce in modo significativo sulle loro organizzazioni. 

Tutti i Paesi partecipanti dichiarano che soddisfare i requisiti di localizzazione aumenta in modo significativo i costi.

Resta comunque necessario per le aziende affrontare questo problema, sia per il rispetto alle normative vigenti che per una crescente richiesta da parte dei clienti (il 78% dei consumatori è infatti sensibile a questo tema, con un 41% di clienti che sono disposti ad accettare il correlato aumento dei costi).

 

Come è stato eseguito lo studio

Lo studio è avvenuto tramite la compilazione di un questionario anonimo da parte di 5300 professionisti del settore della sicurezza, durante l’estate del 2021.

I partecipanti hanno rappresentato aziende di tutte le dimensioni e i maggiori settori di 27 Paesi a livello globale fra i quali l’Italia.

Di questi 5300, agli oltre 4900 professionisti che hanno dichiarato di avere familiarità con i processi privacy nelle loro organizzazioni, sono state rivolte delle domande specifiche sulla privacy.

Lo studio completo è scaricabile al link “Cisco 2022 – Data Privacy Benchmark Study”.
Alcuni dati sono provengono dallo studio “Cisco 2022 – Consumer Privacy Survey

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